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Servizi

  • Position Paper
  • "Tecnologia, Business, Ambiente, Servizi"
  • Numero 02 - 25 Luglio 2018
Pablo Jarauta
  • Pablo Jarauta

Nel corso degli ultimi decenni i processi di globalizzazione e mondializzazione hanno generato una nuova complessità in termini economici, sociali e politici che ha dato luogo a una nuova cartografia delle interazioni tra i diversi sistemi del mondo contemporaneo. Partendo da questa situazione, si può osservare come si sia prodotta una progressiva dilatazione dell’ambito teorico e operativo del Design. I suoi programmi hanno assunto una definizione da un rapporto permeabile alle grandi trasformazioni dei sistemi di vita della società postindustriale, caratterizzati soprattutto dall’omologazione culturale e dall’internazionalizzazione della produzione. È fondamentale, in merito, tenere in considerazione come le fasi della crescente globalizzazione non debbano essere intese soltanto con approcci economici e politici, ma anzi che alla fine sono gli aspetti culturali quelli che finiscono per definire il vero spettro di conseguenze o effetti.

Questa nuova prospettiva consente e richiede al Design uno sguardo aperto, capace di ricostruire le reti di relazioni e interdipendenze dei diversi elementi che compongono una nuova forma del sociale. Manuel Castells ha insistito sull’importanza di tener presente la nuova mappa del sociale e la sua configurazione. È lì che si costruisce una complessità che, in sostanza, è il nostro spazio di intervento.

Il settore dei servizi è l’area con maggiore crescita dell’economia contemporanea: i servizi costituiscono oggi un indicatore della crescita delle società avanzate. L’80% della popolazione vive oggi in centri urbani, i quali sono allo stesso tempo produttori e consumatori di servizi; l’agricoltura occupa parte del territorio restante mentre l’industria tende a concentrarsi sempre in modo isolato. In questo modo, molti dei servizi contemporanei nascono da esigenze legate alla progressiva urbanizzazione, alla necessità di sopravvivere in un ambiente complesso e spesso ostile, adattandosi ai cambiamenti di ritmo e di vita che caratterizzano la vita nella città o nella metropoli contemporanea. Il fenomeno dell’urbanizzazione forse è già instradato chiaramente, ma continuano a svilupparsi altri processi come l’invecchiamento della popolazione o il calo della fertilità, mentre aumentano la connettività e la quantità di informazioni distribuite.

I servizi sono chiaramente l’area dell’economia in cui, storicamente, la penetrazione del Design è giunta con maggior ritardo; tuttavia, oggigiorno è l’area in cui possiamo trovare il potenziale maggiore di crescita e di occupazione.

I servizi costituiscono un ambito molto favorevole all’applicazione del metodo del Design Thinking e dove il mondo accademico, in particolare quello legato al progetto, non è riuscito finora a costruire un racconto chiaro e convincente, sviluppando proposte ed esempi che vadano oltre quelli che tutti conosciamo, e pertanto poco interessanti.

 

Invecchiamento della popolazione, calo demografico, salute e benessere, formazione continua, mobilità, nuove forme di organizzazione sociale ed economica imposte dai cambiamenti radicali sono alcune delle infinite possibilità in cui un progetto costruito con la metodologia del Design può trovare un ampio spazio di innovazione e costruzione. L’inevitabile riduzione della dimensione dello Stato, la permanente inefficienza dell’amministrazione pubblica, le nuove sfide come la lotta alla corruzione sono oggi fronti aperti in cui la comparsa di nuovi attori con idee e metodi nuovi è inevitabile.

Nuovi servizi per una democrazia libera dalle caste, dalle ombre e dai segreti, efficace, diretta: lo scontro finale tra i poteri mutanti, come l’oligarchia, l’aristocrazia, la chiesa, i monopoli, i poteri economici, e il popolo, sovrano sulla carta ma sempre più escluso dalle scelte nella pratica.

In tal senso è molto importante orientare i modelli formativi verso le cosiddette nuove professioni, così come il Rapporto dell’Università di Cambridge propone. Abbiamo ereditato una serie di modelli che sono stati definiti nel contesto della prima Rivoluzione industriale e nella sua successiva evoluzione nel corso del XIX secolo. Oggi possiamo dire che tali modelli risultano obsoleti. È una conseguenza naturale che deriva dalla stessa Società della conoscenza, che problematizza i modelli di apprendimento, come quelli dei grandi cambiamenti che accompagnano la nostra epoca, rendendo così necessaria la produzione di nuove competenze. Si tratta di una nuova sfida soprattutto per gli istituti che operano in ambito formativo. Richard Sennett nel suo studio Together ci pone di fronte a una mappa di questioni che ci conducono a una nuova situazione delle competenze professionali e del loro esercizio.

 

 

Oggigiorno una scuola sui servizi risulta di grande interesse. Forse ci troviamo di fronte alla scarsità di professionisti attivi in questo ambito con un profilo interessante e con la voglia di essere coinvolti nel progetto di una scuola. Il mercato esiste, è grande e si trova attualmente in continua evoluzione, con il potenziale necessario per creare lavoro, nuove professioni e nuovi affari. In certi paesi avanzati come il Giappone è la stessa amministrazione pubblica a ingaggiare designer per migliorare i servizi pubblici, una parte senz’altro ragguardevole per i cittadini (lo stato giapponese è il principale cliente di IDEO Tokyo; in molti altri paesi ciò accadrà in futuro).

Una scuola moderna dovrebbe stabilire il discorso sullo studio delle Best practices, laddove si trovino, e soprattutto sull’adattamento dei diversi contesti geografici, giuridici e culturali. Servizio significa processo, facile da replicare nei contesti digitali odierni. Alla stregua di altre aree, esiste nei servizi un contesto consolidato, esteso, massificato e così via la cui area di ricerca e di prospettiva del futuro dovrebbe individuare in IED un luogo in cui trovare le direttrici per chi sia più interessato alla ricerca che all’implementazione di quanto si conosce già.

 

 

I servizi sono chiaramente l’area dell’economia in cui, storicamente, la penetrazione del Design è giunta con maggior ritardo; tuttavia, oggigiorno è l’area in cui possiamo trovare il potenziale maggiore di crescita e di occupazione